La nostra prima Africa

 Agosto 1991,  siamo con una Honda 600 Transalp appena comprata, quando decidiamo di andare in Tunisia per assaporare per la prima volta l'Africa da tanto tempo da noi sognata.
Sbarcati a Tunisi al porto della Goulette come prima trappa visitiamo la capitale, centro politico e culturale della regione.
Come tutte le città capitale la troviamo molto caotica, quello che apprezziamo e la Medina, scoprendo un mondo diverso dal nostro, con il suo “marche central” fatto di profumi intensi, il vociare dei commercianti, la contrattazione e le persone vestite in modo a noi fino all'ora sconosciuta ma risaputa dalle letture e dalle notizia giornalistiche e televisive.
Nel cuore della Medina si trova la grande moschea Zitouma, luogo culturale e religioso del paese.

Fuori la città visitiamo l'Antica “Cartagine” luogo che stimola ancora oggi curiosità per il suo grande passato storico, i resti archeologici le danno un ricordo fortissimo dell'antico splendore.

Riprendiamo la strada per raggiungere la città santa di Kairouan.
L'ungo il percorso interno , scopriamo che l'agricoltura la fa da padrona, ci sono vaste piantagioni di oliveti e vigneti cosa strana in un paese musulmano dove l'alcool è bandito dalla religione,
evidentemente la Tunisia è un paese che vuole uscire dagli schemi.

Kairouan è una città stupenda, il suo passato di città santa è testimoniato dalle varie scuola coraniche chiamate “madrase”.
Imponente è la “grande moschea” il quarto sito religioso più importante di tutto l'Islam , si narra che fare visita sette volte a questa moschea equivale a una visita alla Mecca.
Nella stupenda, caotica, folcloristica e storica Medina si trova una delle attrazione a metà tra storia e folclore; “il pozzo” questo è stato scavato nel settimo secolo, l'ho si trova all'interno di un edificio, l'acqua è tirata in superficie da un dromedario che fa gira re una sorta di ruota.
Si narra che l'acqua abbia poteri magici e chiunque la beva ritornerà certamente a Kairouan.

Andando verso sud il paesaggio inizia a prendere la forma che ci aspettavamo, desertico e africano.
Lunga traversata fino ad arrivare alla grande oasi di Tozeur, una delle porte del deserto.
In questa fantastica cittadina facciamo una tappa di quattro giorni perché vogliamo visitare il circondario.
Il palmeto di Tozeur dicono sia il più bello e vasto di tutta la Tunisia, effettivamente ai nostri occhi
si presenta come una macchia di verde enorme in mezzo a un deserto imponente dove sotto il palmeto si cela una esplosione di colori, rappresentati da giardini colmi di frutta, verdura , fiori e le stesse palme sono cariche di datteri,  il principale sostentamento economico.
Spostandoci a margherita “facendo ritorno, la sera nello stesso hotel di Tozeur”, la nostra prima meta è  l'oasi di “Tamerza”
Il verde delle palme,( una striscia di vita incastonata nella spaccatura delle montagne), contrasta
fortemente con il colore ocra delle rocce desertiche.
L'abbondante acqua che scorre dal canyon forma diverse cascate dove si è invogliati a fare un bagno rigenerante.
Per arrivare in questo luogo incantato si viaggia su una strada che si inerpica con curve e tornati sulle nude rocce, da dove si gode di un panorama a 360° gradi sul deserto.

L'altra tappa la facciamo al confine algerino, nell'oasi di Nefta "l'antica Nepte", questa è un'oasi con
moltissime sorgenti, alcune di queste con acqua che scorre a temperatura di circa 40°gradi.
Ci sono diverse moschee, minareti e diversi marabutti, in questo posto biblico molti cineasti di fama internazionale sono stati attratti a girare molti film, anche il nostro Rossellini in questo luogo girò la vita del “Messia”

Ripartiamo per una tappa desertica che ci porterà alla prossima sosta, precisamente nella cittadina
troglodita di Matmata.
Attraversiamo per tutta la sua lunghezza il lago salato del Chott el Jerid, una marea desertica di sale mischiato alla coltre di sabbia, è uno scenario allucinante dove quando il caldo si fa opprimente si mostrano con evidenza strani miraggi.
Si attraversa la cittadina di Kibili, famosa per i suoi datteri e Douz famosa per essere la porta principale del deserto, famosissima è la festa del Sahara che si svolge tutti gli anni nel mese di dicembre.


Arriviamo nella cittadina di Matmata dove riusciamo a prendere posto in un nuovissimo albergo con piscina costruito da un tunisino recentemente tornato dall'Italia dove ha investito tutti i suoi risparmi.
Matmata è un villaggio venuto alla ribalta principalmente perché è stata la location del film
“guerre stellari” girato nel 1977 da George Lucas, è in secondo luogo perché ci sono le particolari costruzioni troglodite. S
Sono case scavate nel terreno con diverse stanze che confluiscono in un luogo comune centrale che è il cortile da dove prendono luce.
Queste costruzioni particolari sono state ideate per il semplice fatto che sono fresche in estate, quando le temperature raggiungono i 45°gradi è calde in inverno.
Lo scenario che ci si presenta è biblico sembra essere tornati indietro nel tempo.

Facciamo delle uscite a margherita arrivando a far visita a D'jerba, isola piatta è altamente turistica (cosa che non fa per noi)
Tappa successiva è Tataouine, cittadina berbera è posto famoso della leggione straniera.

Risaliamo verso nord toccando diversi villaggi berberi dove ci soffermiamo spesso per foto ricordo .
Lungo il tragitto visitiamo la moschea dei sette dormienti arroccata sul
costone di una falesia, nel villaggio di Chenini.
Secondo una leggenda si narra che sono sepolti i “Dormienti” santi personaggi, morti e risvegliati dalla predicazione di Maometto per convertirsi all'Islam.

Altra tappa la cittadina di Gabes poi Monastir e sosta mare di tre giorni a Hammamet.
In questa cittadina altamente turistica si respira aria d'occidente non sembra essere in Africa
ci sono moltissimi turisti con voli charter organizzati che si riversano in questo angolo di paradiso balneare.

Bene! per essere stata la nostra prima Africa direi che c'è la siamo cavata, qualcosa abbiamo visto, qualche pista c'è la siam fatta e il deserto abbiamo visto, direi che ci si può ritornare perché come dicono in tanti esiste il mal d'Africa.

Proprio vero il richiamo dell'Africa si è poi impadronito di noi, abbiamo viaggiato ancora negli anni a venire per tutta  l'Algeria, il Marocco, la Libia, l'Egitto e una puntata anche in Etiopia.

In Tunisia ci siamo ritornati un'altra volta nelle feste a cavallo del 2004/2005 in macchina fuoristrada facendo tutto il cordone dunare dell'Erg fino al lago di Ain Ouadette e risalire alla pozza di Ksar Ghilane.

Stessa cosa nelle feste a cavallo del 2006/2007 ma questa volta con delle moto racing per divertirci sulle dune come dei bambini.
Non ci siamo fatti mancare proprio niente della vita da beduini, abbiamo ingaggiato due locali con mezzi fuoristrada che ci hanno trasportato viveri, benzina e le nostre donne
Lungo il tragitto ci hanno cucinato, fatto il thè e il pane sulla sabbia “Spettacolo”
Mentre noi ci divertiamo in modo infantile con i nostri cavalli meccanici.

Filippo Razza